Terapia medica

Nonostante il cambio di stile di vita, di regime alimentare, di apporto di liquidi e l’ assunzione di medicinali naturali (serenoa, bromelina, uva ursina, semi di zucca…) i sintomi legati all’IPB non sono regrediti. E’ arrivato il momento di consultare il proprio medico per valutare l’inizio di una terapia farmacologica.

Alfa bloccanti

Questo tipo di farmaci favorisce il rilassamento della muscolatura liscia a livello vescicale e prostatico e consente alle urine di fuoriuscire più liberamente. Di solito il beneficio si osserva già dopo un paio di giorni dall’assunzione della terapia. Purtroppo spesso i pazienti riportano alcuni effetti collaterali come vertigini, capogiri, perdita dell’eiaculazione e calo del desiderio.*
I farmaci comunemente utilizzati sono i seguenti:
Alfuzosina (Xatral™, Mittoval™, Faralzin™, Ofuxal™)
Doxazosina (Cardura™, Dilur™, Dedralen™, Noradox™, Quorum™)
Silodosin (Urorec™, Silodyx™)
Tamsulosin (Omnic™, Pradif™, Antunes™, Lura™, Tamlic™, Botam™, Uromen™)
Terazosina (Ezosina™, Terazosina™, Prostatil™, Itrin™)

Inibitori delle 5 alfa reduttasi

Questo tipo di farmaco riduce la crescita della prostata e in alcuni casi ne riduce il volume. Agisce riducendo la produzione di una forma di testosterone (DHT). Proprio a causa di tale riduzione può ridurre il desiderio sessuale e causare deficit di erezione. Inoltre l’azione è lenta e richiede circa 6 mesi prima di dare un beneficio sintomatologico. *
I farmaci comunemente utilizzati sono i seguenti:
Finasteride (Proscar™, Finastid™, Prostide™, Genaprost™, Asterid™, Ridestin™, Secur™, Sitas™, Ormicton™, Finedor™, Terip™, Nafiprosil™)
Dutasteride (Avodart™)

Tadalafil (Cialis™)

E’ noto soprattutto per i suoi effetti sulla cura della disfunzione erettile ma può anche essere utilizzato per il trattamento dei sintomi dell’IPB.

Terapia combinata

I farmaci sopramenzionati possono essere utilizzati in combinazione uno con l’altro. Naturalmente, se da un lato la combinazione di uno o più medicinali può portare ad una terapia farmacologica più efficace, dall’altro gli effetti collaterali possono essere maggiori, particolarmente il calo del desiderio e il deficit erettile.

*Roger K and Gilling P. Fast Facts: Benign Prostatic Hyperplasia, 7th edition. Health Press. 2011.

Altri interventi

Oltre a trattamenti innovativi come le infiltrazioni di vapor acqueo mediante il sistema Rezūm™ o trattamenti con particolari fibre laser come il GreenLight™ o il laser ad Olmio o al Tullio, esistono numerose altre metodiche per la cura dei sintomi legati all’iperplasia prostatica benigna:

Embolizzazione delle Arterie Prostatiche (PAE)

E’ una metodica mini-invasiva della durata di 30-40 minuti, in anestesia locale, radioguidata che utilizza mezzo di contrasto. Le arterie prostatiche sono embolizzate con minuscole particelle che bloccano il flusso sanguigno. Tale trattamento porta ad una riduzione del tessuto prostatico trattato e alla risoluzione dei sintomi, soprattutto in prostata molto voluminose.

Urolift™

Si tratta di uno stent ureterale permanente che dilata il canale uretrale consentendo la fuoriuscita di urina. E’ ambulatoriale nella maggior parte dei casi, ha un tasso di recidiva del 13.5% a 5 anni (linee guida americane, AUA 2018).

Resezione transuretrale dell prostata (TURP)

Consiste nella asportazione del tessuto prostatico in eccesso mediante un’ansa diatermica che raschia il canale uretrale e la prostata. Prevede un ricovero, è un intervento vero e proprio ed è utilizzato da diversi anni.

Incisione tranuretrale della prostata (TUIP)

Si tratta di una o 2 piccole incisioni della ghiandola prostatica che consentono di agevolare il passaggio di urina.

Termoterapia con microonde (TUMT)

Attraverso l’uretra vengono inseriti dei particolari elettrodi nella prostata. Le microonde portano ad una distruzione del tessuto prostatico trattato.

Ablazione con aghi transuretrale (TUNA)

In questo caso vengono inseriti degli aghi nella prostata. Le onde radio che vengono prodotte riscaldano il tessuto prostatico portando alla distruzione del tessuto in eccesso.

Adenomectomia a cielo aperto

Il tessuto prostatico in eccesso viene asportato incidendo la parete addominale e la vescica. Si tratta di un vero e proprio intervento, in anestesia, con un ricovero di 4-7 giorni.